venerdì 21 dicembre 2007

Arrivederci Maurizio!

Maurizio è partito il 18 dicembre per il Madagascar. Eccolo ritratto nel cortile di casa sua a Mezzago, pronto per la nuova avventura che lo attende. Ci lascia dopo una permanenza di Italia che durava dall'aprile scorso. In questi mesi, con l'aiuto di un gran numero di persone e in primo luogo del papà Tino, ha lavorato per la preparazione di alcuni container che, via mare, lo hanno preceduto in terra di missione.
La redazione del blog augura a Maurizio tutte le cose belle che si merita. Questo blog, voluto da lui, si propone come mezzo di comunicazione fra la missione di Marovoay e il nutrito gruppo di amici che da tempo seguono Maurizio nel suo lavoro di operaio del vangelo. Attendiamo quindi commenti numerosi ai vari post che, di volta in volta, illustreranno, anche mediante l'ausilio di materiale fotografico, il lavoro che Maurizio e i pp. Carmelitani portano avanti a Marovoay. Seguiteci dunque con simpatia e assiduità.

sabato 10 novembre 2007

Conto alla rovescia per Maurizio

Cari amici,
da tempo, non vi do mie notizie. V’informo che il 18 Dicembre, ripartirò per la missione di Marovoay, con altre quattro persone: Lucia Salvadori, infermiera in pensione di Brescia, lavorerà nel poliambulatorio medico di Ambovomavo, Andrea Piubeni, geometra in pensione (realizza gratuitamente, da anni, i progetti per le missioni dei Padri Carmelitani Scalzi e li segue con visite sul posto), con sua moglie Angela, Padre Marco Paolinelli, missionario Carmelitano.
Il soggiorno in Italia è stato lungo per la preparazione delle varie spedizioni di container. Tre sono partiti, il 28 Ottobre, con la compagnia Marittima MSC, dal porto di La Spezia. Arriveranno in Madagascar verso la fine del mese di Novembre; passando nel canale di Suez, raggiungeranno Port Louis, nelle Isole Mauritius, dove saranno spostati su un’ altra nave sempre della MSC e arriveranno al porto di Tamatave, in Madagascar. Due container, i più pesanti, con le piastrelle e lo scavatore, saranno sbarcati in questo porto, l’altro, con le pompe per i contadini, proseguirà al porto di Mahajanga, vicino alla missione di Marovoay.
In questo periodo, prima della partenza, stiamo preparando un altro container, dove metteremo: i banchi e le panche per il Liceo di Marovoay, le lamiere grecate, materiale sanitario, materiale idraulico, … per le costruzioni che realizzeremo nel prossimo biennio, 2008 – 2009.
Per la prima volta, dopo circa vent’anni di missione, parto con un accordo di collaborazione con i Padri Carmelitani Scalzi, stipulato sui progetti di ampliamento del piccolo centro sanitario: Istituto di Maternità e casa plurifamiliare per il personale paramedico. L’impegno è di 24 mesi, dalla data di partenza; avrò a disposizione un appartamento nella casa del personale medico. Mi auguro, che molti volontari vengano a trovarmi, per aiutarmi nei lavori e farmi compagnia. Certo dell’aiuto che continuerete a darmi con la vostra preghiera (ne ho tanto bisogno), spero di portare a termine questo impegno che, con entusiasmo e timore (dovrò gestirmi da solo), mi sto prendendo.
Oltre alle due costruzioni, continuerò a seguire la casa di riposo di Marovoay e il progetto con i contadini per la coltivazione delle risaie nella piana di Marovoay.
Con questo scritto vorrei ringraziare, tutte le persone che in questi mesi, mi hanno aiutato, nella preparazione dei container; sono veramente tante, vorrei citarle tutte, una per uno, per nome, ma temo di dimenticarmi qualcuno. Ringraziare: chi mi ha prestato la macchina, la casa, chi ha messo a disposizione il magazzino per lo stoccaggio del materiale, chi ha dato i camion per la spedizione dei container, i muletti per il carico del materiale sui camion, i volontari che hanno fatto con molta cura e professionalità l’imballo e la preparazione della merce, chi mi ha aiutato nelle pratiche per la spedizione dei container.
Vorrei anche ringraziare le persone che hanno dato dei soldi, come offerta, presi dal funerale di loro cari parenti, dal battesimo di loro figli e da offerte spontanee per la missione.
Pensare che la nascita e la morte hanno portato a un gesto di generosità e di amore verso le persone più bisognose, mi fa riflettere. Sono fatti importanti della vita, aiutano a scoprire il senso della stessa. Il Signore non si dimenticherà di tutto questo.
Vi saluto, torno in una terra lontana, molto diversa dalla nostra, sentiamoci vicini nella Fede.

Maurizio

sabato 4 agosto 2007

Perché Moravelo?

















Era malnutrito, sporco di feci e di urina: lui, i vestiti e il materasso. Moravelo, si chiamava così, dopo un mese è morto.



Mi chiamo Maurizio Crespi, sono un missionario laico che da diciannove anni lavora come "operaio della missione" in Madagscar. Prima, per sedici anni, presso la missione di Sakalalina e dall'aprile 2005 presso la missione dei padri Carmelitani Scalzi di Marovoay.
Durante questo mio soggiorno in Italia, abbiamo pensato di aprire un blog che mantenga i contatti fra la missione e gli amici.
Abbiamo voluto intitolare il blog a Moravelo, un anziano povero che ho conosciuto nel febbraio 2006 presso la casa di riposo di Marovoay.
Pubblico la lettera che scrissi a seguito della mia prima visita all'ospizio, indirizzata a Piergiorgio Da Rold, fondatore in Italia dell'associazione ONG-Onlus "Insieme si può", il cui intento era quello di ricevere aiuto per la stessa casa di riposo. Di aiuti ne sono in seguito arrivati molti, sufficienti per far fronte alle necessità alimentari di questa piccola comunità di ospiti e per la ristrutturazione dell'edificio che li accoglie. E altro denaro è rimasto a disposizione per aiutare altri poveri.
***
Marovoay, febbraio 2006
Caro Piergiorgio,
sabato scorso sono stato con suor Giustine, nell'ospizio di Marovoay. Avevo intenzione di fare delle foto, ho trovatouna realtà pietosa, subito non ho osato: avrei mancato di rispetto verso gli anziani, non mi conoscevano, non sapevano il motivo per il quale era lì.
Un anziano era ammalato, malnutrito, sporco di feci e di urina: lui, i vestiti e il materasso. Ho detto alla suora: "Ma questo è ammalato!" Mi ha detto: "Andiamo a chiamare il dottore". Siamo andati nella casa della Dottoressa Odile, è subito venuta e appena l'ha visto, ha avuto la stessa espressione che abbiamo avuto io e la suora vedendolo, "di pietà", e ha detto "E' malnutrito perchè non mangia a sufficenza". Mi sono informato e mi hanno detto che l'unico finanziamento che ricevono è di 200.000 FMG, circa 17 Euro al mese, dato dalle suore di Marovoay.
Gli ospiti sono sette, non tutti anziani, due casi sono psichiatrici. Gli prepara da mangiare Madame Celine, che vive praticamente con loro, mangia e dorme nell'ospizio, come volontaria, non riceve stipendio. I soldi che gli consegnano ogni giorno per acquistare il cibo per i pasti, sono solo 5000 Fmg, 0.416 Euro. Mi hanno detto che un'associazione di donne, si occupa dell'ospizio ma non hanno risorse, (la dottoressa Odile appartiene all'associazione) il comune di Marovoay non li aiuta economicamente.
La dottoressa Odile, dopo che aver visto il paziente, ha detto: "Bisognerebbe lavarlo", ci siamo guardati e gli ho risposto dicendo: "Laviamolo noi". La suora era contenta e ci siamo messi a lavarlo. Abbiamo lavato anche la stanza perchè era sporca e piena di formiche, il muro vicino al letto era sporco di feci, il materasso era inutilizzabile. Con la suora siamo andati a comprare una stuoia, abbiamo comprato dei biscotti delle banane e delle arance.
Arrivati, l'anziano (si chiama "Moravelo") ha subito mangiato e si vedeva che aveva fame. Non lo potevamo mettere subito nella camera perchè era bagnata, lo dovevamo sdraiare a terra sopra la stuoia, abbiamo chiesto a Madame Celine se c'era un locale libero e lo abbiamo spostato in una stanza che come intenzione doveva essere una cappella ma era vuota e non c'era nessun simbolo religioso.
Il mattino successivo siamo andati io e la dottoressa a spostarlo nella sua camera, gli ho portato dei vestiti perchè ne aveva pochi e sporchi, ho lasciato alla dottoressa dei soldi, 300.000 Fmg, chiedendo di aumentare la retta giornaliera. Ho detto alla dottoressa Odile che mi sarei preso l'impegno di andare all'ospizio, alla sera alle 17, per lavare Moravelo, perché Madame Celine da sola non lo poteva lavare. La Dottoressa mi ha detto di passare all'ospedale a prenderla, che sarebbe venuta anche lei ad aiutarmi. Ha deciso di aumentare la retta giormalieraa 20.000 Fmg per i pasti. Abbiamo deciso di acquistare dei pannolini per Moravelo e si è impegnata lei per l'acquisto. A Marovoay, per gli anziani non si trovano e ha preso dei pannolini per bambini, la misura più grande, visto che l'anziano è magrissimo. Quando li abbiamo provati erano piccoli allora abbiamo preso delle mutandine per tenerli. La dottoressa ha anche acquistato un materasso sottile di spugna con del "cellofane" perchè dice che con il materasso spesso è più facile che gli si formino delle piaghe sulle schiena.
Nei giorni successivi ha portato dei farmaci per i pazienti dell'ospizio. Ti sto raccontando questo Pirgiorgio, perché vorrei aiutare questi poveri. La struttura esiste, ed è abbastanza bella, costruita nel 1967 dal Rotari club. Il FID (te lo ricordi? quello che ha coofinanziato il ponte di Ivily) recentemente ha ristrutturato l'edificio e lo ha imbiancato. C'è una signora che si occupa di loro, Madame Celine, (la mattina quando viene celebrata la messa nella chiesa del suo quartiere, vedo che è presente), un'associazione di laici, che credo si possa coinvolgere, la dottoressa Odile, che deve essere brava donna e una persona di cui può aver fiducia e mi sembra anche interessata e desiderosa di aiutare l'ospizio. Credo che mancano solo delle risorse economiche, io un po' ne ho e li sto usando per loro, ma mi basteranno per qualche mese. I soldi che sono restati sul mio conto, dovrebbero essere circa 1000 euro dalli pure a Padre Bruno e digli che sono per l'ospizio di Marovoay.
Non pensi che si riesca a fare delle adozioni a distanza per questi anziani? O travare un modo per aiutare l'ospizio? Solo dopo qualche giorno che mi sono fatto conoscere e ho conosciuto i pazienti, gli ho fatto delle foto, per farvi vedere questa realtà.