giovedì 20 maggio 2010

Torna sempre primavera















Cari amici, dopo ogni inverno ritorna la primavera e anche questo blog vuole finalmente riprendere a germogliare. Molto tempo è trascorso dall'ultimo post. Maurizio da oltre due anni vive a Marovoay, nella missione dei Padri Carmelitani, occupato nella costruzione di strutture per l'assistenza sanitaria alla popolazione locale più povera. Anche la sua opera nella "casa di riposo" per anziani soli e senza sostentamento è qualche cosa di cui egli parla sempre con molto entusiasmo e vivacità nelle sue lettere spedite a varie persone qui in Italia.

Ne pubblichiamo una, recapitata via email in questi giorni a Giorgio Crespi. Lo stile è inconfondibile: Maurizio parla del suo lavoro, che lo appassiona fortemente, entrando sempre nei particolari tecnici, non trascurando di aggiornare sui progressi delle opere murarie, sui serramenti da installare, sulla posa delle piastrelle... Emerge dai suoi scritti tutta la praticità della carità. Tante volte nel Nord del mondo si spendono fiumi e fiumi di parole sulla carità, sulla evangelizzazione, sulla missione. A questo nostro ragionare sovente manca lo sbocco di un'opera concreta, manca quello che una volta si diceva lo "sporcarsi le mani", il metterci dentro tutto se stessi. Maurizio questo ce lo insegna. Forse non tutto sarà strettamente condivisibile della sua visione pedagogica, di fede e di missione, ma che cosa conta questo? Maurizio in quello che fa non ci mette il tempo libero ma l'intera esistenza: è uno che dà tutto se stesso e questo basta alla autenticità della sua forte testimonianza. Per quello che egli è, prima ancora che per quello che fa, Maurizio ci è caro come un amico e un fratello.
Possa questa lettera che pubblichiamo segnare il rinnovato impegno a far rinascere questo blog. L'affetto e la simpatia verso Maurizio, quelli, non era mai venuto meno.

(Nell'immagine: il reparto "maternità" della missione di Marovoay).
***

Marovoay, 18 Maggio 2010

Carissimo Giorgio,
...
Ti scrivo per avvisarti che il 24 Maggio, di sera, Padre Bruno verrà a Mezzago. forse con lui ci sarà anche il Professor Andrea D'Agostino, diabetologo di Rapallo. Una bravissima persona che avevo conosciuto casualmente, tanti anni fa quando ero nella missione di Sakalalina, tramite
la radio ricetrasmittente. Andrea D'Agostino è un radioamatore. Siamo poi diventati amici. Ora lui è anziano, ha quasi 90 anni.Ti ricordi che ti avevo fatto leggere un articolo scritto da Famiglia Cristiana sul Prof. Andrea D'Agostino? All'ospedale San Raffaele di Milano, pensa, hanno riservato una parte della biblioteca agli studi fatti dal Professor Andrea D'Agostino.

Stiamo cercando dei medici per il centro sanitario di Ambovomavo; Padre Bruno vorrebbe affidarlo a qualche Congregazione Cattolica, Religiosa o Laica, che si occupa di sanità nei paesi del terzo mondo.
Prof, Andrea D'Agostino ha scritto alla segretaria di Don Verzè, spiegando della nostra richiesta, ed è riuscito ad ottenere un appuntamento con la presidente dell'associazione dell'ospedale che invia medici nei paesi del terzo mondo. Il San Raffaele ha degli ospedali nei paesi del terzo mondo A questo appuntamento andrà il Professor Andrea e Padre Bruno, lunedì, 24 Maggio, alle 16.

Abbiamo invitato entrambi la sera a Mezzago. Padre Bruno ci sarà sicuramente, non so se potrà venire anche Andrea. Se viene spero tanto che tu abbia l'occasione di conoscerlo è una brava persona.

Ti do alcune notizie della missione, spero di non annoiarti.

Alla casa di riposo tutto prosegue abbastanza bene:

La fine del mese di Marzo è entrato un nuovo ospite, un signore anziano "Joseph", originario di Marovoay. Da giovane, si è spostato, con la sorella ad Antsirabe, (600 km a sud dalla capitale Tananarive) ha vissuto vari anni in questa zona, poi, qualche tempo fa, è tornato a Marovoay, in cerca di lavoro, L'ha trovato a Tsararano, un villaggio in periferia a Marovoay, coltivava le risaie, stipendiato da un proprietario di risaie; si è poi ammalato, è stato ricoverato all'ospedale statale di Marovoay, non aveva più soldi per curarsi, i medici dell'ospedale l'hanno inviato alla casa di
riposo. L'abbiamo ospitato e tramite la Dr. Odile (medico che lavora nell'ospedale statale di Marovoay, e fa volontariato nella casa di riposo), l'abbiamo curato. Ora sta bene.

Sempre nel mese di Marzo, si è presentato alla casa di riposo un ragazzo giovane, "Mamy Dede", 18 anni, con una garza all'occhio. Questo ragazzo, ci ha preso in giro, ha finto di essere cieco. Diceva di essersi ferito con un legno mentre lavorava, chiedeva ospitalità perchè non riusciva più a lavorare in quanto gli faceva male l'occhio e non aveva soldi per curarsi.
L'abbiamo accolto nella casa di riposo dicendogli che l'avremmo curato, ma che doveva fare dei lavori nell'ospizio, perchè è ancora giovane. Dede è entrato nella casa di riposo senza niente, gli avevo portato dei vestiti. Si è fermato per circa tre settimane. Dormiva nella camera con
Limby, un altro anziano ospite; avevamo detto a Limby, di tenerlo d'occhio e di vedere se era sincero. Abbiamo acquistato due falcetti, e con Limby, tagliavano l'erba nel cortile della casa di riposo, durante la stagione delle piogge era cresciuta molto.
Una Domenica, mentre Madame Celine era a messa con alcuni ospiti, tra cui anche, Limby, ha rubato il falcetto, tutti i vestiti del suo compagno di camera, le pentole, il lenzuolo del suo letto
e quelle di Limby, con le tele cerate ed è fuggito dalla casa d riposo. Nel cortile erano rimasti dei ferri che sostenevano il tetto nella veranda. Con i lavori di ristrutturazione li avevamo tagliati perchè erano stati sostituiti con dei muri. Dede andandosene ha rubato anche due, di questi
ferri. Il giorno successivo, mentre andavo a messa, il mattino presto, l'ho incontrato per strada, non l'ho riconosciuto subito perchè era ancora buio, camminava spedito, mi ha oltrepassato, mi sono fermato con la bicicletta, voltandomi l'ho riconosciuto dai pantaloncini corti che indossava; erano i miei pantaloncini che avevo regalato Limby. L'ho chiamato dicendogli, "Ehi!!!" lui si è fermato e mi è venuto incontro, gli ho dato due schiaffoni, e gli ho detto "riporta all'ospizio le cose che hai rubato", lui poi se ne è andato dicendo che le avrebbe riportate. E non l'abbiamo più
visto.

Dede comunque è stato provvidenziale, perchè tramite lui alcuni anziani hanno iniziato a lavorare e ora tutti fanno dei lavori nella casa di riposo. Limby, Joseph e Ravelojaona, stanno sistemando tutto il terreno del cortile, attorno alla costruzione. Con i lavori di ristrutturazione erano rimasti dei detriti e della terra. Abbiamo acquistato: una carriola, un rastrello, una pala e un angady (attrezzo che utilizzano i malgasci per lavorare il terreno delle risaie) e stanno spostando la terra e i detriti fuori dal recinto.

Silven il giovane ammalato psichiatrico, che prende degli psicofarmaci, (di cui ti ho inviato le foto) ha iniziato a pulire le porte della casa di riposo e i muri; da una settimana viene con me sul cantiere ad Ambovomavo e sta riempiendo le fughe delle piasrelle. Si ferma anche a mangiare ad
Ambovomavo, lo ospita nella sua casa l'ostetrica "Misoa", suo il marito "Iler" è un nostro operaio.
Se continua così Silven, lo speriamo tanto, è una "Grazia" che abbiamo ricevuto dal Signore.
Di Silven avevo paura, era pericoloso, era l'unico ospite con il quale non riuscivo a comunicare. Di notte spaccava gli interruttori, il contatore dell'impianto elettrico della casa di riposo. Più volte ha rotto, il contatore dell'acqua. Non si riusciva a parlargli, se gli chiedevi qualcosa non rispondeva, rimaneva tutto il giorno chiuso nella camera al buio, la sua camera non ha finestre, la porta la teneva chiusa, la luce nella camera non c'era, perchè più volte ha rotto l'interruttore e non l'abbiamo più sostituito. Non si lavava, a volte faceva i bisogni nella camera, dormiva sdraiato per terra sul cemento. Quando usciva per le strade di Marovoay, camminava velocemente, in continuazione senza una destinazione.
Ora, la sera, quando vado alla casa di riposo per aiutare Madame Celine a lavare Mahitatsara, l'anziana inferma ricoverata, vedo che si lava. Fa questo, dopo che abbiamo dato a Silven la nuova camera, adiacente al refettorio, con il letto, il materasso e le lenzuola, al termine della
ristrutturazione, dicendogli che doveva tenerla bene e che doveva cominciare a lavorare e a lavarsi, perchè altrimenti l'avremmo fatto uscire dalla casa di riposo.
Dopo che avevamo fatto uscire dalla casa di riposo, Piera, il ragazzo giovane ex alcolista e Retra, l'anziano che ha abusato di Mary, la ragazza menomata mentale, era Silven che cominciava a temermi. Da circa un anno prende degli psicofarmaci, notiamo veramente dei progressi
e dei miglioramenti nel suo comportamento. Ora mangia a tavola, nel nuovo refettorio, con tutti gli altri; É vero che fa queste cose sotto minaccia, ma comincia a comprendere che lo facciamo per il suo bene. Speriamo, continui così.

Piera, invece da circa un mese, non viene più a pregare alla domenica nella casa di riposo; temo che abbia ripreso a bere. Gli avevo chiesto di costruire i rosai, oltre che i braccialetti che gli acquisto, ma non li ha fatti. Vediamo se successivamente verrà ancora a trovarci.

Abbiamo altri due casi di poveri che stiamo curando, questi non sono ospiti della casa di riposo, ma sono poveri che curiamo tramite la Dr. Odile: uno è Julien, un signore di 54 anni ammalato di diabete, il suo lavoro è di pulire il mercato di Marovoay. Era andato al dispensario di Ambovomavo per farsi curare il piede, aveva una ferita infetta, il piede era molto gonfio e
nell'infezione c'erano vermi. L'ostetrica, "Misoa" di Ambovomavo, me ne ha parlato dicendo che doveva essere ricoverato in ospedale perchè loro non potevano curargli la ferita. Julien non aveva soldi per entrare in Ospedale.
Ho telefonato alla Dr. Odile, è stata ricoverato per un certo periodo nell'ospedale statale di Marovoay, gli hanno medicato e pulito la ferita togliendoli tutti i vermi. Ora è stato dimesso e la Dottoressa continua a seguirlo a casa, gli controlla la glicemia per il diabete.

L'altro è Fetisoa, un bambino di tre mesi, gli è morta la mamma e vive con la nonna. Ha causa della malnutrizione, si è ammalato, aveva tutta la pelle piena di macchie e la febbre alta. La nonna lo ha portato nell'ospedale statale di Marovoay, lo hanno ricoverato, poi non aveva più soldi per curare il nipote, ha chiesto di uscire dall'ospedale; i medici hanno parlato del
caso alla Dr. Odile e abbiamo iniziato a curarlo. Sta meglio è stato dimesso dall'ospedale e la Dr. Odile continua a seguirlo a casa; gli compra il latte in polvere. Io, non ho ancora visto Fetisoa, ne ho solo sentito parlare dalla Dottoressa. Appena sarà possibile gli farò una foto e te la invierò..

Come lavori, nella Maternità, abbiamo iniziato a piastrellare i pavimenti nelle camere delle partorienti, un'altra squadra di operai sta sistemando le strade di accesso al centro sanitario; è un lavoro molto duro e faticoso. Smuovono la terra con i picconi, la caricano con delle pale sul rimorchio e la spostano con il trattore. Il lavoro sta venendo bene. Gli operai, stanno sistemando anche tutti i terreni sconnessi attorno alle costruzioni. Due donne stanno piantando l'erba, per impedire l'erosione del terreno durante la stagione delle piogge. Al termine di questo lavoro, cominceremo a costruire i canali per convogliare l'acqua.

Un abbraccio a te a Monica e a Luca.

Nelle vostre preziose preghiere, ricordatevi di noi e dei poveri che assistiamo.

Ciao!

Maurizio

***

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